archivio | 25 gennaio 2013

Nuotare con gli squali

shark_attack_painting-t2A tutti noi potrebbe capitare un giorno o l’altro di trovarci a nuotare in mezzo agli squali e non dovrebbe essere un’esperienza né divertente né piacevole.

E allora, per ogni evenienza, bisogna attrezzarsi e imparare poche e semplici regole da adottare per non rischiare la vita. Sono attribuite al signor Voltaire Cousteau, un esperto di cui non si sa molto, se non che morì a Parigi nel 1812. Si ignora se venne divorato dagli squali 😉

Tuttavia, tenete presente che una materia del genere non può essere appresa solo dai libri: la pratica è fondamentale per migliorare le proprie abilità. Dunque, imparate le regole e poi cercate di allenarvi ad applicarle sul campo in mare. Possibilmente rimanendo vivi.

  1. Date per scontato che tutti i pesci non identificati siano degli squali. Non tutti gli squali sembrano squali e a volte anche pesci che non lo sono si comportano come tali [copioni o mistificatori]. Quindi regolatevi di conseguenza: a meno che non siate testimoni in più di un’occasione che siano docili in presenza di sangue [voi state a guardare, se poi non erano docili amen], state all’erta.
  2. Non sanguinate. Se siete feriti, per esempio se è stato lo squalo a ferirvi, non dovete perdere sangue [mi raccomando eh!]. La vista del sangue spinge lo squalo ad attacchi aggressivi.
  3. Può sembrare impossibile a farsi, ma una pratica costante vi permetterà di impedire a una ferita di sanguinare senza perdere il vostro sangue freddo [che ci vuole?]. Il riflesso emostatico può essere controllato [un gioco da bambini], pur se entrano in gioco anche fattori costituzionali. Coloro che non sono in grado di controllare il proprio sanguinamento dovrebbero evitare di nuotare tra gli squali poiché è molto pericoloso [non ci avevate pensato dite la verità]. L’abilità di controllare la fuoriuscita di sangue ha un ulteriore effetto protettivo per il nuotatore, perché manda in confusione gli squali [poveretti]. Si chiedono [il famoso monologo interiore degli squali], infatti, se l’attacco è andato a buon fine, se sono riusciti a ferire il nuotatore e addirittura cominciano a mettere in dubbio la propria potenza o in alternativa credono che egli abbia dei superpoteri [qui c’è poco da aggiungere, basta il testo].
  4. Siate pronti a fronteggiare qualunque aggressione. Esistono dei segnali che possono mettere in guardia circa l’arrivo di un attacco. Bisogna coglierli [non vi distraete] e reagire rapidamente mettendo in atto un’azione pronta e vigorosa.

Come vedete, sono regole semplici che chiunque è in grado di seguire. Soprattutto quella del controllo del riflesso emostatico. Vi permetteranno di vivere delle emozioni straordinarie e, ciò che più conta, anche di poterle raccontare.

O no?