archivio | 7 gennaio 2013

Fenomenologia di laura: perfido Franti o buon Garrone?

1Non vi abbiamo mai parlato della Mamma delle Ragazze. Dovete sapere che quando nostra Mamma cerca qualcosa, qualunque cosa, lei, da brava jewish mother, ne approfitta per “mettere un po’ a posto”. Ma il suo non è un normale “mettere a posto” lei butta le cose che a lei non servono e rivoluziona il tranquillo disordine altrui, quello in cui noi riusciamo a trovare tutto! Quando ero piccola ogni tanto si presentava in camera mia armata di un paio di sacchi dell’immondizia per “riordinare gli armadi”, e allora la mia ansia montava a mille!

L’altro giorno era alla ricerca delle sue perle [che per dirla tutta sono state nascoste dalla sottoscritta per sottrarle a eventuali ladri, ma purtroppo non ricordo dove] e a furia di cercare e sistemare, sistemare e cercare, ha trovato (e naturalmente ha messo a portata di mano per restituircele) una serie di vere e proprie antichità, importantissimi reperti a dir poco storici: le nostre pagelle delle elementari (quelle che ancora si possono mostrare ai figli: quelle del liceo un po’ meno), alcuni disegni che avevamo fatto da bambine, un compito di matematica di una delle mie sorelle, e alla fine, tra i vari fogli è emerso quello più interessante: si tratta di un tema che Laura aveva fatto per lo scrutinio della fine della IV elementare. Dovete sapere che Laura già dalle elementari era qualcosa che somigliava molto al Perfido Franti del nostro immaginario. Sempre con la risposta pronta, e soprattutto, secondo i racconti dei nostri genitori, estremamente cattiva! E’ una vera e propria tradizione orale quella che in famiglia ci tramandiamo sulla cattiveria di Laura: ogni primo aprile telefonava al povero signor Delfino Pesce per porgergli i suoi migliori auguri (il tapino era stato scovato dalla pulzella sugli antichi elenchi telefonici, e poi non è mai più stato dimenticato per vari primi aprile degli anni a venire. Oppure la malvagia era solita telefonare al macellaio di zona a nome della vicina del piano di sopra, ordinando a suo nome vari tagli di carne e salumi (affettati, naturalmente, sottilissimi). Senza contare i primordiali gavettoni che con il cugino faceva gettando dal quinto piano buste piene d’acqua. E non dimentichiamoci che appena nata la sua sorellina spicy, lei voleva metterla sul davanzale della finestra in modo che la cicogna se la riprendesse. Che esempio di tenerezza fraterna, vero?

Quindi quando ci è venuto tra le mani e abbiamo letto questo capolavoro di ipocrisia e sdolcinatezza, ci siamo rotolate per terra dalle grosse risate! Il pezzo sembrava uscito dalle pagine del Libro Cuore (sempre per rimanere in tema), meglio ancora, dalla penna del buon Garrone, personaggio che a dire il vero, poco si addiceva (e poco si addice tuttora) a nostra sorella.

Pensando di fare cosa gradita al nostro pubblico, lo posto sul blog per condividerlo con i lettori (lo trascrivo così, allo stato puro, omettendo le correzioni – di forma e di sostanza – apportate da quella poveraccia della maestra).

Quante cose da ricordare alla fine dell’anno scolastico!

Questo anno di scuola sta per concludersi ed io mi immagino già quel giorno che andrò a scuola, non per studiare, ma per vedere l’esito del mio lavoro [cioè è di quelle che studiano solo in funzione del voto!]

Io ricordo quando la maestra, pur avendo un fil di voce, e la febbre, era venuta a scuola per insegnarci qualche nuova lezione; ella [ella???] ci aveva – pregato – di non farla inquietare.

Alcune bambine, avevano anche il coraggio di parlare! [meno male che c’era Laura la tremebonda!]

Come mi dispiaceva vedere la maestra in quelle condizioni! [Eh si! Mi immagino!]

Si era sacrificata per noi [Ma pensa!].

Secondo me, quelle bambine, sono senza cuore; dovevano capire, che la maestra si stava sacrificando e, invece di esserle riconoscente la facevano inquietare. Infatti bisogna essere riconoscenti alla maestra, che per due anni, e forse per il terzo [se non schiatta prima!], è venuta a scuola, con il sole, con la pioggia, con la neve  [la famosa neve romana], anche se stava bene [pensa te! Anche se stava bene!], aveva la febbre, non aveva voce.

Insomma: sempre, sempre, sempre. [Vaglielo a dire a chi parla dell’assenteismo nelle scuole!]

Un altro fatto che merita di essere ricordato, è questo.

Ci avevano comunicato che doveva venire la Signora Direttrice, in classe nostra.

Ella [Ella??? Ancora??? Aulicamente recidiva la ragazza!] mi ha domandato che cosa fosse la coscienza [“Ella” sapeva bene che la sua interlocutrice la coscienza non sapeva nemmeno dove stava di casa]; mi tremavano le gambe e non sapevo cosa rispondere. [non sapeva cosa rispondere e allora ha optato per una bella leccatina, la ruffiana, state a sentire che si inventata:]

Dopo le ho recitato i versi dedicati a lei, che ho scritto, le sono tanto piaciuti che li ha voluti. [Se solo Ella sapesse che genere di versi ha scritto Laura negli anni a venire… ce ne sarebbe da scrivere, non uno solo, ma una serie di post!]

Per me la scuola è come una grande famiglia: le compagne mi sono come sorelle e la maestra come madre; abbiamo delle preoccupazioni in comune: i brutti voti, le interrogazioni… [si, perché il senso della Famiglia è proprio questo: “avere preoccupazioni in comune”! E poi dicono che le jewish mothers sono invenzioni letterarie!]

Secondo me, la maestra è simpatica [e secondo me tu continui a essere una leccapiedi], prima non le volevo molto bene, però non la conoscevo bene.

Spero di stare un altro anno insieme alla maestra ed alle compagne, anche con quelle meno brave [bontà sua!].

Una volta avevamo da risolvere un problema, lo feci bene; una mia compagna lo sbagliò, perciò scrisse alla sua compagna di banco, parole poco piacevoli su di me. Il giorno dopo trovai sul mio banco un biglietto; capii subito che era la bambina del giorno prima. Infatti era lei, voleva farsi perdonare. Aveva sciupato inchiostro e carta. L’avevo già perdonata; [Capite??? Aveva sciupato inchiostro e carta!!!] Sapevo che non aveva riflettuto prima di scrivere [psicologa fin da piccola!]

Io voglio bene alle compagne come sorelle ed alla maestra come una madre. [Si, occhei, il concetto è chiaro anche senza che tu lo ripeta più volte!]

Insomma, vi è piaciuto questo tema meraviglioso ed idilliaco? Vi è venuta qualche carie ai denti? E che ne dite del voto? 8 e 1/2! Pensate sia troppo basso?

E non è bella questa dote di Laura che già dalla più tenera infanzia si intravvedeva in lei? Quella che si può riassumere con quel calzantissimo motto giudaico romanesco che recita così: SPASSO DI STRADA E TRIVOLO DI CASA!

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P.S. Spero che abbiate apprezzato lo slideshow qui sopra con il contenuto originale del tema stesso, così che nessuno possa maliziare sulla veridicità dell’opera. Spero che anche la protagonista di questo post, Perfido Franti o Buon Garrone che sia, abbia apprezzato che ho si, cancellato per privacy la data del tema, ma ho lasciato le prime cifre dell’anno 19 per evitare che qualcuno potesse intendere che fosse datato 1800.