Un sogno più lungo della notte: Niki de Saint Phalle

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L’arte come terapia, come superamento di un “forte esaurimento nervoso” (così il catalogo) e poi come realizzazione personale ed espressione dell’inquietudine universale. Questo è stato per Niki de Saint Phalle, eclettica artista franco-americana della quale è stata allestita una fantastica, il termine non è scelto a caso, mostra alla Fondazione Roma Museo (via del Corso 320). In essa si possono ammirare, per la prima volta in Italia, cento opere che mostrano il suo percorso creativo in cinquant’anni di attività: da modella sulle copertine delle più importanti riviste di moda a geniale creatrice di opere d’arte con tecniche innovative e risultati tanto strabilianti quanto belli a vedersi.

Mi riferisco ai cosiddetti Tiri, dei gesti artistici durante i quali Niki sparava con una carabina, a volte anche di fronte a un pubblico, su dei rilievi di gesso dove erano collocati vasetti di vernice che esplodevano creando una casuale, ma non troppo, macchia di colore. E anche alle bellissime Nanas, ragazze, figure coloratissime, dipinte o scolpite, giganti e procaci eppur leggere, che rappresentano il trionfo del femminile, prorompente e gioioso. Le sculture, poi, diventano anche lampade, vasi da fiori, tazze, oggetti di uso quotidiano che devono essere fruiti e non solo ammirati.

Insomma, da rimanere a bocca aperta, per le invenzioni, i colori, l’allegria, la bellezza.

Da non perdere il film, forse un po’ troppo lungo, nel quale si può ammirare Niki all’opera.

Portateci i bambini: se la godranno. E, passo successivo: visita al Giardino dei Tarocchi dove potrete ammirare 22 sue variopinte sculture ciclopiche, alte fino a 15 metri, che rappresentano i tarocchi maggiori.

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