Vignetta norvegese contro la circoncisione dei bambini ebrei

norway1Avevamo portato alla vostra attenzione un paio di anni fa con questo post il caso di un fumetto che presentava in modo odioso la circoncisione rituale dei bambini ebrei.

Oggi vi segnaliamo la vignetta pubblicata sul giornale norvegese Dagbladet, il terzo per diffusione nel paese. La vedete sopra. Vi è ritratto un bambino urlante immobilizzato con un forcone diabolico conficcato in testa da una figura opportunamente abbigliata che contemporaneamente consulta un libro verosimilmente sacro. Fuori scena qualcuno con un’orrorifica forbice gli decapita letteralmente il pene tra abbondanti spruzzi di sangue. La madre, che assiste sorridente con in mano un librone grondante sangue, dice al poliziotto evidentemente intervenuto per por fine al misfatto: “Maltrattamenti? No, è tradizione, una parte importante del nostro credo”. E lui: “Credo? Allora è tutto a posto”.

Oltre a dare una visione distorta e cruenta di un importante rituale, non vi pare che questa vignetta voglia vagamente riecheggiare l’attribuzione agli ebrei di sanguinosi omicidi rituali di bambini di cui venivano accusati dalla propaganda sovietica, nazista ed ecclesiastica che almeno in questo si sono trovati sulla stessa lunghezza d’onda?

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10 Risposte a “Vignetta norvegese contro la circoncisione dei bambini ebrei”

  1. Io non capisco perché ancora al giorno d’oggi si debbano trovare queste cose, in un giornale così importante poi… Quanta ignoranza c’è ancora in giro. Rimango ancora più sgomenta perché si tratta di una nazione abbastanza civilizzata, insomma è la Norvegia mica il terzo mondo… Questo sta a dimostrazione del famoso detto: la madre dei cretini è sempre incinta.
    Mchan
    Ps: ho messo mi piace per la “denuncia” non certo per la vignetta
    Pps: ma poi mi pare che diversi studi hanno affermato che la circoncisione non è affatto una mutilazione ed anzi porta anche dei giovamenti, o mi sbaglio??? Sarete di sicuro più informate voi. Ah! E non erano degli scienziati paciocconi (cit.) 😛

  2. Ok, ho letto dopo il post linkato e tra i suoi commenti c’era appunto questo: “si è scoperto che la circoncisione ridurrebbe in percentuali altissime (mi pare di ricordare 48% ma potrebbe essere di più) la trasmissione delle malattie veneree e dell’AIDS, aumentando oggettivamente fra le altre cose, l’igiene intima dell’uomo” by HaDaR
    Che è più o meno quello che ricordavo io.
    Mchan

  3. >by HaDaR

    un nome che è una garanzia di imparzialità 😆

    Mi permetto di scherzare perché sono circonciso anch’io, sebbene per motivi di altro genere. A questo punto però… hmm… i Vikinghi potrebbero avere argomenti per replicare che l’operazione ha pessimi effetti sul cervello…

    • HaDaR in quel caso dice il vero. E aggiungo che le donne che hanno rapporti con uomini circoncisi presentano una minore incidenza di tumori genitali-

      > i Vikinghi potrebbero avere argomenti per replicare che l’operazione ha pessimi effetti sul cervello…
      — se ti conoscessero 😉

  4. Non voglio entrare in un argomento troppo spinoso e complesso per le mie forze, ma, da laico, provo a formulare una domanda: fino a che punto si può considerare lecita una mutilazione? Immagino che qualsiasi persona dotata di buon senso sia convinta che esista un limite da non valicare. La mutilazione degli organi femminili imposta alle bambine dell’Africa Sub Sahariana, ad esempio. Noi inorridiamo, di fronte a questa pratica abominevole; ed è probabile che se dovessimo, o volessimo, disegnare una vignetta che fustighi questa usanza, avrebbe più o meno lo stile di quella sopra. Poi leggiamo il blog di un abitante di quella regione, e scopriamo che siamo persone pericolose perché abbiamo dileggiato la loro religione, perché abbiamo rappresentato un loro sacerdote come un mostro, perché ci siamo presi gioco dell’accondiscendenza delle forze dell’ordine di fronte alla risposta “è sacro”.
    So che si tratta di un’esagerazione (non sto facendo un’equivalenza tra le due diverse tipologie di mutilazioni), ma in matematica si usa spesso la tecnica di far tendere a un limite una funzione per capire meglio un fenomeno. Stiamo parlando di mutilazioni, e stiamo parlando di religione. Chi può decidere cosa si può accettare? Ognuno lo può decidere da sé, o esiste un limite oltre al quale non si può andare? Questo limite, chi lo decide?

    • Alla interessante domanda az-Zarderei una risposta basata non sull’operazione “in sé” ma sull’intero contesto sociale: lo scopo di chi la compie, e soprattutto gli effetti sulla persona che subisce l’operazione. Senza ovviamente dimenticare le voci delle interessate: esistono movimenti di infibulate contro questa pratica, ma non – che mi risulti – movimenti ebraici contro la circoncisione.

      • Non intendevo, e l’ho detto, equiparare le due pratiche; dico solo che stiamo parlando di mutilazioni ai genitali imposte a bambini per motivi religiosi. La pratica della circoncisione viene usata anche in campo medico, ma per patologie ben precise (la fimosi, ad esempio); nasce, invece, con ogni probabilità, come metodo per impedire la masturbazione maschile, in un’epoca piuttosto sabbiosa in cui la vasellina non si trovava tanto facilmente…. Le vignette norvegesi sono senza dubbio fuori luogo, ma mi piacerebbe capire quale potrebbe essere il modo giusto per esprimere un giudizio negativo sulla circoncisione per fini religiosi senza incappare in pregiudizi, in entrambe le direzioni…

    • Mi riesce difficile Paolo pensare alla circoncisione come a una mutilazione, non foss’altro perché è una pratica medica talvolta necessaria e che ha i suoi benefici accessori.
      Mi è capitato per lavoro di confrontarmi con i vari tipi di mutilazioni genitali femminili e ti assicuro, ma tu questo lo sai, che ci troviamo in un altro pianeta. Sono pratiche che non hanno alcun fine se non, una volta di più, affossare le donne e i loro diritti.

      • Non voglio fare di tutte le erbe un fascio, ma la circoncisione è, di fatto, una mutilazione ai genitali. Non entro in particolari, ma ti assicuro che il prepuzio non è un orpello come potrebbe essere il lobo di un orecchio: ha una funzione ben precisa, e la sua recisione produce un’evidente modifica. E’ una pratica talvolta necessaria (come nel caso della fimosi), così come può risultare necessaria l’asportazione delle tonsille, delle adenoidi, o, esagerando, di un rene. Lo si fa quando serve. E quando non serve, forse non andrebbe fatto.
        Non mi piacciono, comunque, i sofismi – mi limito a invitare chi legge a fare un piccolo passettino indietro, e provare a guardare questa pratica media con un occhio un po’ meno di parte…. Continuando a indignarsi per il cattivo gusto delle vignette norvegesi, certo, ma provando anche a mettersi, per un attimo, nei panni di chi osserva questo rito da fuori…

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