Venerdì scorso una mia amica mi ha chiesto aiuto per organizzare una colazione per una quarantina di persone. Ho accettato nonostante un mal di schiena che non mi dava tregua da oltre 2 mesi (questo lo sottolineo da brava jewish mother) e ho quindi passato un week end di passione tra i fornelli.
Tra le altre cose ho preparato delle piccole pitte (tipico pane arabo) imbottite in vario modo, e, visto che ho fatto delle foto per illustrare le varie fasi della lavorazione, ho pensato di postare la prima di una serie di foto-ricette che possono essere utili per gli avventori di questo giovane blog.
Inoltre, dal momento che cucinare è la mia grande passione, scrivere di cucina è quanto ci sia di più vicino alla mia nuova dimensione di blogger!
Dunque, partiamo.
Per circa 70 piccole pitte (o la metà se di dimensioni normali)
15 g di lievito di birra
1 pizzico di zucchero
300 g di acqua
2 cucchiai di olio e.v.
1 cucchiaino da the di sale
1/2 kg farina (preferibilmente metà tipo 0 e metà di grano duro)
Procedimento: Sciogliere il lievito nell’acqua con un pizzico di zucchero. Aggiungere un po’ di farina, quasi la metà. Mescolare bene, quindi aggiungere sale e olio. Uso questo metodo per far si che i condimenti non vadano a diretto contatto con il lievito. Mescolare ancora e poi impastare con il resto della farina. Formare una palla che si dovrà ungere con un pochino d’olio e mettere a lievitare in una ciotola, coperta con un panno umido, per 2 ore.
Quindi, si deve prendere l’impasto, farne delle palline della dimensione di una noce, e, cospargendole bene di farina schiacciarle con il mattarello allo spessore di 4-5 mm.
Disporle su un canovaccio ben infarinato e coprire con un altro canovaccio. Dovranno lievitare una ventina di minuti prima di essere infornate. Quindi, nel frattempo avremo acceso il forno al massimo con le teglie dentro, in modo da farle scaldare.
Dopo circa 20 minuti, con il forno arrivato a temperatura, si dovranno far scivolare le pitte sulla teglia bollente, e infornare per 5-6 minuti. Se avremo fatto bene il nostro lavoro, saranno bianche in superficie e aprendole formeranno una specie di tasca. Data la pressochè assenza di mollica, è’ un pane ottimo per essere imbottito.
Per amore di precisione ho imparato a fare questo pane da Sandra, una signora italo-israeliana che cantava nel mio coro a Milano. Nessun piatto riesce esattamente come alla persona che ce lo ha insegnato: ognuno di noi ci mette del suo nella realizzazione. Per questo non sono gelosa delle mie ricette e per questo mi piace chiederle agli amici. Trovo quindi doveroso un riconoscimento nei loro confronti, che in questo caso si traduce in una doverosa menzione da parte mia.
E ora le foto:
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